Storie

Aria di primavera, profumo di lavanda tra magia e leggende

Parlando di piante, in primavera, è impossibile non spendere due parole per la splendida lavanda, il suo colore, l’aroma inconfondibile che riesce a entrare anche in cucina (a patto di non usarne troppa vista l’intensità del profumo!).

Come in altri casi ne esistono diversi tipi, i piu’ diffusi sono: la Lavendula vera (angustifolia), anche detta lavandino, riconoscibile perchè piu’ piccolo e scuro, piu’ difficile da coltiovare e molto usato per le essenze; la lavendula latifolia, caratterizzata da spighe piu’ grosse, alte e foglie grigiastre. La lavanda latifolia è piu’ facile da coltivare e resiste bene anche alle temperature invernali. Il nome lavendula deriva dal latino lavare, in antichità era infatti utilizzata per detrgere il corpo. Al di là delle proprietà e degli usi noti, è d’obbligo parlare di tradizioni, credenze popolari e della magia del suo profumo…anticamente, infatti, proprio grazie ad esso, la lavanda era associata a Venere e si credeva che il suo profumo potesse attirare gli uomini e che, quindi, fosse ingrediente perfetto per gli incantesimi d’amore. Ma non solo, tradizionalmente il fiore di lavanda era usato per garantire, oltre all’amore, anche felicità, protezione, purificazione e gioia….da qui la tradizione popolare di mettere spighe di lavanda nel corredo della futura sposa, così da assicurarle felicità e prosperità alla futura sposa. Soprattutto negli ultimi anni, poi, i campi di velluto viola della lavanda sono divenuti simbolo della Provenza, ormai patria di questo fiore la cui presenza in Francia, a quanto pare, si deve alla Fata Lavandula…

‘Una bellissima fata di nome Lavandula nata fra le lande selvagge della montagna di Lure, aveva i capelli biondi e gli occhi azzurri. Lavandula, un giorno, si mise a cercare un bel posto dove andare a vivere e iniziò a sfogliare un libro di paesaggi. Ad un certo punto, si fermò sulla pagina della Provenza e cominciò a piangere alla vista delle povere terre aride e incolte. Ecco allora che tutte le sue lacrime caddero sulla pagina e finirono per macchiarla. Cercando di nascondere il danno fatto, la fata si asciugò i magnifici occhi blu ma provocò ancora più danni, spargendo le gocce di lacrime dappertutto sulla pagina. Disperata, la fata prese un grande pezzo di cielo blu sulla Provenza per dimenticare tutte le macchie. Da quel giorno, la lavanda cresce in quelle terre e le fanciulle bionde di Provenza hanno gli occhi blu con scintille color lavanda, soprattutto quando in estate, al calar della sera, si mettono a guardare il cielo che scende sui campi di lavanda in fiore.’

La lavanda, nel linguaggio dei fiori, ha due significati differenti e in spiccata contrapposizione tra loro. Il primo indica ‘il tuo ricordo è la mia unica felicità’. La spiga della lavanda, infatti, è considerata un amuleto contro le disgrazie e il male oppure, in alternativa, un talismano della fecondità. Altro significato, totalmente opposto, molto diffuso e accreditato maggiormente, riprende una tradizione che rivela come la lavanda fosse usata in antichità contro i morsi di serpente. Era, dunque, considerata un antidoto ma la credenza antica sosteneva che i serpenti facessero i loro nidi proprio all’interno dei cespugli di lavanda e quindi che bisognasse sempre avvicinarsi con prudenza. Da qui, il significato di ‘diffidenza’. 

Anticamente utilizzata per produrre un medicinale capace di combattere nausea, singhiozzo e dolori intestinali; anche oggi ha un uso fitoterapico importante, l’olio essenziale di lavanda, infatti, è noto per le sue proprietà curative in caso di scottature e infiammazioni della pelle. Poche gocce, ancora meglio se diluite in un olio vegetale di base, come del semplice olio extravergine d’oliva, possono essere impiegate per strofinarle sulla pelle in caso di prurito causato dalle punture di zanzara al fine di ottenere un immediato beneficio. Eccezionale come olio rilassante per massaggi decontratturanti o pediluvi defatiganti è portentoso come rimedio contro il mal di testa (è sufficiente strofinarne una o due gocce sulle tempie per un sollievo immediato). L’olio essenziale di lavanda è inoltre utile per la cura del raffreddore (aggiungendone qualche goccia al bicarbonato e versato in acqua bollente per i classici suffumigi al fine di potenziare gli effetti di questo trattamento, che costituisce uno dei più utili rimedi della nonna contro le malattie da raffreddamento). L’acqua di lavanda rinfresca e profuma gli ambienti ed è utilissima in caso d’insonnia (basta vaporizzarne un pò nella stanza o sul cuscino prima di andare a dormire).

Una pianta carica di significati e storia, oltre che di profumo, le cui spighe sanno trovare spazio in molti angoli della casa, dai cassetti, alle mensole dei profumi, alla cucina, passando per il cuscino ed il comodino…magari in tazza sotto forma d’infuso dalle proprietà calmanti e rilassanti (magari in abbinamento a tiglio, melissa e camomilla)

Infuso di lavanda, ingredienti e preparazione

1 cucchiaino di fiori secchi di lavanda per ogni tazza da 250 ml.

Lasciare in infusione i fiori in acqua bollente per qualche minuto insieme a camomilla, tiglio o melissa, dolcificare con poco miele o zucchero di canna grezzo, filtrare e bere (preferibilmente tre tazze al giorno). L’infuso ha spiccate proprietà diuretiche.

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